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Product as a Service

7 Giugno 2024

Perché un nuovo approccio culturale verso gli oggetti, immaginati sempre più come sistemi di servizi che come singole proprietà, può essere una delle chiavi per cambiare in ottica sempre più sostenibile il rapporto dei consumatori con l’arredo, e delle imprese rispetto alle loro strategie di business.

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Product-as-a-Service, Paas, Product-Service Systems: sono molti i nomi che prende la strategia di business che combina prodotti e servizi, immaginando per gli oggetti dei cicli di vita multipli e circolari, anziché individuali e lineari. Questo concetto viene associato alla “usership” piuttosto che alla “ownership” di un prodotto, il che significa sostanzialmente che i consumatori possono acquistare il risultato desiderato invece dell’oggetto che servirebbe ad ottenerlo. In questo modello, che si basa sulla sottoscrizione di un servizio, il consumatore, infatti, non possiede mai il prodotto: acquista l’utilizzo del prodotto e i servizi inclusi nel pacchetto; una volta terminato il periodo di sottoscrizione il prodotto viene restituito all’azienda che può mantenerlo, ripararlo, ispezionarlo ed eventualmente trasferirlo a un nuovo ciclo di utilizzo.

Può essere però molto difficile per un’azienda passare da un modello di business incentrato sul prodotto a uno incentrato sul servizio, che spesso richiede una nuova serie di competenze e processi, che possono essere complessi da implementare.

IL MODELLO ECONOMICO

Il modello che immagina un solo acquirente corrispondere ad ogni prodotto è stato per molto tempo il più comune: l’oggetto diventa di proprietà dell’utente che lo acquista e i produttori non sono più responsabili della sua manutenzione o della sua dismissione. Il benefit economico per l’azienda deriva, così, dal vendere più prodotti possibile.
Ma un modello in cui il prodotto viene immaginato con un sistema di servizi associati, può portare alle imprese produttrici molti più benefici, e non solo dal punto di vista economico. Nel momento, infatti, in cui un utente acquista un prodotto, potrebbe voler acquistare anche alcuni servizi di cui usufruire nel tempo, o sottoscrivere contratti che prevedono la manutenzione del prodotto o la sua sostituzione a fine vita: i prodotti vengono così fruiti con delle sorte di abbonamenti.

I consumatori “sottoscrivono” l’utilizzo prodotto, di fatto, instaurando un rapporto economico regolare con l’azienda invece di dover valutare un consistente investimento una tantum. L’azienda che offre questo tipo di servizi, d’altronde, oltre a poter beneficiare di un dialogo più costante con il cliente ed essere in grado di offrire supporto in maniera continuativa, può così pianificare le proprie attività a lungo termine grazie a contratti che garantiscono entrate regolari e diluite nel tempo. L’approccio Product-as-a-Service può essere quindi un’ottima modalità di avviare nuove linee di business più sostenibili sia per l’impresa sia per l’utente finale.

LA CIRCOLARITÀ DEL PRODOTTO

In un sistema Product-as-a-Service, quindi, la proprietà del prodotto rimane in capo all’azienda e il potenziale di circolarità cresce, dal momento che l’azienda diventa responsabile della produzione di beni che garantisce di mantenere nel tempo e che è in grado di dismettere. Se il consumatore desidera restituire il prodotto, il produttore può ritirarlo e riutilizzarne alcune parti o i materiali costituenti in un’ottica di economia circolare, mantenendo così un valore più alto per un periodo di tempo più lungo e aumentare la redditività nel lungo periodo.

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Valorizzare i requisiti di progetto che facilitano poi l’adozione di pratiche virtuose diventa pertanto indispensabile: la durabilità, il disassemblaggio, la composizione materica, la riparabilità etc. Ottimi casi studio di pratiche di questo tipo si trovano ormai sedimentate, per esempio, nel settore della mobilità: da un lato il noleggio a lungo termine delle automobili è sempre più frequente e popolare, soprattutto nei contesti professionali, dall’altro la pratica ancora più incisiva delle strategie di sharing economy – per beni come automobili, motocicli, biciclette e monopattini – è già molto comune nelle grandi città, dove questo servizio consente l’accesso alla funzionalità del prodotto senza che l’utente ne possegga uno, e sta rapidamente abituando i consumatori ad adattarsi a queste tipologie di modelli. I sistemi di sharing economy, anche se infatti diversi dal PaaS, si basano infatti sullo stesso principio.

LA GESTIONE DEL
PRODOTTO-SERVIZIO

La transizione dal sistema vendita del prodotto al sistema di servizi correlati all’utilizzo del prodotto garantisce che la durata dell’oggetto e la sua piena funzionalità siano assicurati dai servizi associati. Gli oggetti sono così combinati a servizi e software che ne monitorano il ciclo di vita e i parametri di utilizzazione.

La chiave del sistema Product-as-a-Service sta quindi nell’integrare nel modello il concetto che non si stanno solamente offrendo dei prodotti, ma anche dei valori e dei vantaggi ad essi collegati che ne ottimizzano le prestazioni da più punti di vista. Rimanendo infatti l’azienda proprietaria dei prodotti che forniscono il servizio acquistato, sarà nell’interesse dell’azienda far sì che il risultato sia il più efficiente possibile: i costi di manutenzione, sostituzione e dismissione saranno minori e il cliente sarà più soddisfatto e incline a sottoscrivere il sistema di servizi.
Questa strategia è quindi in grado di ottimizzare la produttività, aumentare la redditività dei prodotti, di creare ricavi ricorrenti, di pianificare le attività più a lungo termine, di offrire ai clienti più possibilità di personalizzazione (sia dei prodotti, sia dei servizi) e di migliorare il rapporto tra consumatore e azienda.